IL PARADISO DELLA PESCA

pescatori

Chi sceglie Moena per le proprie vacanze estive lo fa per la bellezza mozzafiato dei suoi panorami, per concedersi lunghe camminate nella natura, per potersi confrontare con una difficile arrampicata, per andare nei boschi a raccogliere funghi o più semplicemente per la tranquillità che regala la Fata delle Dolomiti.

Ma c’è un nuovo “turismo” che si sta facendo strada negli ultimi anni.

Sono infatti sempre di più gli appassionati che salgono fino alla Val di Fassa per cimentarsi con l’attività alieutica nelle acque in concessione all’Associazione Pescatori Dilettanti di Moena fin dal lontano 1957.

Proprio l’attenta gestione dei soci che si sono avvicendati in questi 60 anni ha portato i nostri 8 km di Avisio ad essere fra i più pescosi dell’intero Trentino.

Ogni anno splendide trote rustiche danno vita allo spettacolo della frega che rende questo meraviglioso torrente di fondovalle sempre più ricco e vivo. Non vi sono infatti immissioni di pesce adulto e il grosso del lavoro viene lasciato alla natura che talvolta supportiamo con la cattura dei riproduttori che poi vengono trasportati all’incubatoio di Cavalese per la spremitura e la successiva immissione di avannotti dal DNA al 100% selvatico.

L’Avisio, attraversando il centro del paese, passa da un ambiente rurale a quello più selvaggio del tratto fra Moena e la frazione di Forno ed è un autentico paradiso per gli amanti di tutti i tipi di pesca.

Si possono trovare esemplari di notevole taglia, infatti non mancano le catture che superano il mezzo metro e con i quali si danno vita a lunghi ed intensi combattimenti tali da testare anche i pescatori più esperti.

Un altro autentico gioiello è il lago di San Pellegrino, sito ai 1.900 metri dell’omonimo Passo ed incastonato fra le maestose vette del gruppo Margherita che si rispecchiano nelle sue acque.

Teatro di aspre battaglie durante la Prima guerra mondiale è ora frequentato soprattutto per la sua naturale bellezza e non è raro, specialmente al mattino presto, scorgere cervi e caprioli che si avvicinano per abbeverarsi. Da qualche tempo, in collaborazione con la Provincia di Trento, è operativo un progetto volto alla salvaguardia del Salmerino Alpino, attività che sta dando ottimi frutti.

Da questo lago nasce l’omonimo rio che scorre spumeggiante per 15 chilometri prima di buttarsi in Avisio.

Un rio vero, naturale, selvaggio e ricco di pesci furbi e smaliziati in cui solamente il pescatore attento, sia nell’avvicinamento che nella presentazione dell’esca, riesce ad avere la meglio su fario e salmerini dai colori incredibili e dalla vivacità tipica dei pesci di alta quota.

Piccoli e grandi gioielli del bosco

La Baita Sas da Ciamp

Sono un camminatore di media montagna, potrei definire così chi come me preferisce camminare in mezzo ai boschi e arrivare poi a quote più alte, dove il panorama si estende quasi all’infinito. Non è frequente incontrare persone nei boschi, è un ambiente che così risulta intimo, silenzioso e tranquillo, popolato da creature semplici e diffidenti. 

Il bosco ti accoglie a qualsiasi ora del giorno e della notte. Alle nostre quote è vicino a casa, spesso non serve nemmeno l’auto per arrivarci, bastano pochi minuti a piedi e ci si infila in un mondo che trasforma una passeggiata in avventura, se si ha l’occhio attento alle cose che ti circondano. 

Il bosco ti protegge dal sole e dal vento, a volte anche dalla pioggia, non c’è quasi mai motivo per rinunciare ad andarci, non servono impianti di risalita, non c’è una stagione di apertura e di chiusura, il bosco è sempre aperto. 

Ti immergi in 4 stagioni diverse, una ciclicità lunga un anno che ti permette di non annoiarti mai, perché ogni stagione ha il suo carattere. Alberi, cespugli, fiori, animali sono diversi, perfino il suono del bosco è diverso. 

La tranquillità che ti circonda ti permette di immergerti nei pensieri senza disturbi. Rifletti, inventi, ricordi, organizzi, finché ti fermi seduto sugli aghi di pino sempre asciutti, godendo dei raggi di sole che filtrano tra i tronchi. E poi riparti. 

Intanto sali, precorrendo strade sterrate, sentieri segnati, sentieri non segnati, con il tempo poi cerchi e impari scorciatoie, scopri posti nuovi. E ci devi arrivare, per scoprirli, perché nel bosco non vedi lontano. Impari la fiducia, e ad apprezzare quello che vedi vicino a te. 

Salendo, il bosco si fa sempre più rado, gli scorci tra gli alberi si fanno sempre più ampi, e poco a poco cominci a vedere i paesini dall’alto, le montagne. Gli abeti e i larici cominciano a lasciare il posto ai cirmoli, l’erba comincia ad essere popolata da cespugli di rododendro, la luce aumenta, e l’ambiente cambia. 

Molti boschi di Moena, ma di solito è così in tutti i paesini vicini, proprio al confine tra il bosco e le prime rocce della montagna, nascondono, per così dire, dei piccoli grandi gioielli. Non sono così nascosti, sono solo poco conosciuti, poco frequentati, perché per salire fino lassù ci vuole pazienza, forza e fiducia. 

Come avrai capito già dall’immagine di apertura, i gioielli sono le baite, piccoli rifugi alpini solitamente aperti a tutti, e quella che ho il privilegio di mostrare oggi è la baita abbarbicata su una collinetta, sul monte Sas da Ciamp, la montagna alle spalle di Sorte, la frazione ad ovest di Moena, con le sue caratteristiche frane che tagliano l’omogeneità del bosco. 

Questa baita è l’ultima nata nell’area di Moena, è nata nel 2020. Ha il tetto con piccoli spioventi per resistere alla forza del vento, è lontana dalle valanghe. E’ piccola e accogliente, con una stufa, un letto a castello, due finestrine e a pochi passi dalla cima del Sas da Ciamp, da dove si può vedere la Val di Fassa, il Passo Carezza, la Valle di San Pellegrino, Moena e naturalmente tutte le creste che separano il cielo dalla terra. 

Gli alberi caduti durante la Tempesta Vaia hanno chiuso il sentiero originario, quello che da Sorte, e poi dalla località Peniola, saliva piuttosto ripido fino all’avvallamento al cui fianco sta la baita. Per arrivarci ora bisogna allungare il percorso di un bel po’, ma questo allungamento fa scoprire altri gioielli, che però farò brillare in un altro capitolo dei “Piccoli e grandi gioielli del bosco”. 

Laghi di Lusia

Laghi di Lusia

LAGHI DI LUSIA

Dopo una dura settimana di lavoro, il sabato mattina ci svegliamo baciati dai primi raggi di sole, subito decidiamo che avremmo dovuto sfruttare al meglio questa splendida giornata. Riflettiamo qualche secondo e prontamente scegliamo di andare in gita ai Laghi di Lusia.

Prepariamo lo zainetto con tutto lo stretto necessario, l’acqua, due bei panini farciti e gli occhiali da sole.
Bene, ora siamo pronti a partire, facciamo salire in macchina Lola, la nostra compagna di avventure a 4 zampe, e partiamo verso il Rifugio Lusia

Appena scendiamo dalla macchina prendiamo un bel respiro e pieni di entusiasmo iniziamo il nostro percorso verso la vetta. La strada non è facile da seguire però non ci demoralizziamo e continuiamo imperterriti a salire e finalmente arriviamo al primo traguardo: il capolinea della seggiovia Lastè. Mentre ci rifocilliamo ammiriamo lo splendido panorama che ci circonda e ci rendiamo conto dell’enorme fortuna che abbiamo nel vivere nella nostra amata Fata delle Dolomiti.

Pieni di energia siamo pronti a ripartire. Abbiamo il ritmo del nostro passo scandito dai campanacci delle mucche che sembrano volerci salutare. Dopo all’incirca 30 minuti scorgiamo dall’alto i bellissimi Laghi di Lusia! Ci sentiamo in una cartolina a 360° e in un istante tutta la fatica che abbiamo fatto si trasforma in pura soddisfazione.
Lola però ha caldo, allora scendiamo verso i laghi e lei non appena ha capito le nostre intenzioni si lancia in discesa e si tuffa nella fresca acqua del lago.

Ora siamo davvero tutti soddisfatti e appagati. Torniamo a casa grati di aver trascorso una bellissima giornata e ci lasciamo cadere felici sul divano.

 

Una passeggiata nel bosco

Avevo quasi dimenticato il potere di una passeggiata in montagna. Per mesi ho osservato il sentiero, con il sole tra le fronde mosse dal vento.

E finalmente eccomi qui, un passo dopo l’altro e questa sensazione impagabile di libertà.

Non c’è fretta, non devo arrivare prima, o per prima. Dimentico che cosa sia il caos, il traffico, lo smartphone o il pc.

È un tempo che trascorre naturalmente, tra il rumore dell’acqua e i colori dei fiori di campo.

È un “immersione nel bosco”, una camminata nella natura più pura, lontana da ogni distrazione.

In Giappone la chiamano “shinrin-yoku” ed è considerata una terapia: questa scienza sostiene che trascorrere più tempo a contatto con la natura, in particolare nel bosco, fornisce all’individuo un aumento delle funzioni immunitarie. Respirare in un bosco a pieni polmoni rallenta la frequenza cardiaca, diminuisce la pressione sanguigna e allontana lo stress.

Camminare nel bosco è un antidepressivo naturale, in grado di ‘curare’ la stanchezza e la tristezza, capace di far rifiorire le energie e ricaricarle al massimo.

Moena è abbracciata dal bosco, di abeti e pini principalmente. L’abete è considerato proprio il simbolo dell’unione tra uomini e piante: alla frenesia del mondo moderno contrappone antica saggezza, serena e sicura forza, calma e grande generosità. In estate ci offre l’ombra e la frescura dei suoi rami, ma soprattutto non dimentichiamo che ci guarisce: la resina, le gemme, il catrame vegetale, l’essenza ricavata dall’abete hanno innumerevoli virtù curative.

Penserai che io stia esagerando, ma dovresti provarla anche tu: l’immersione nel bosco ha davvero un potere terapeutico! Ti riporta in armonia con te stesso e con il ritmo naturale dello scorrere del tempo.

A patto che tu sia disposto ad accettare una semplice regola: niente cellulare, ne qualche altro marchingegno tecnologico. Solo tu, tutt’uno con la natura, dalla quale rispettosamente attingi e respiri.

Sentirai svanire la rabbia, l’ansia, quella spinta  che porta tutti noi a correre; svanisce lentamente nel bosco, fino a scomparire, lasciandoti quella sensazione di tranquillità, serenità e benessere, che non vorrai più abbandonare.

Auguro anche a te una buona passeggiata, tra i boschi di Moena!

Passi nel bianco

Camminare sulle nuvole

Mi isolo per un attimo, incantato dal silenzio della neve che cade.

Le voci sembrano ora più lontane, ma riesco a cogliere la saggezza di un percorso sicuro, lungo un sentiero segnalato. Immagino la tranquillità di una passeggiata piacevole e rilassante, per non  perdere neanche un solo piccolo dettaglio dell’immenso orizzonte che si aprirà di fronte a me.

Non mi rendo conto di essere il protagonista di una fiaba, non subito. Troppo intento e concentrato su queste racchette ai piedi che mi fanno procedere con andamento buffo ed un po’ innaturale.

Respiro aria d’inverno, pura e incontaminata come la vedono i miei occhi.

Inizio a sentirmi a mio agio, a galleggiare. Cammino sulle nuvole. Tutto è avvolto da un immenso e bianchissimo manto di magia. Quasi improvvisamente e in modo inaspettato, il mio cammino incontra il bosco. Gli alberi, coperti di neve e di ghiaccio, contornano il sentiero, disegnando un lungo corridoio bianco che mi ricorda i paesaggi di Frozen. I rami carichi, il vento, il sole creano giochi ed effetti di luce. Sono l’ospite di una natura che, sotto la sua coperta, è fiera e padrona.

Una camminata lenta e meditativa, rivoluzionaria, che recupera il mio ritmo naturale. Lontana dalla folla e dalle masse. La fila prosegue senza competizione in questo paesaggio ovattato. Non conosco il ragazzo davanti a me, con il quale sarò legata per sempre dal ricordo di questo incanto di bosco imbiancato.

Mi abbraccia il silenzio di questo dolce sonno, interrotto solo dal rumore dei passi che affondano. E’ un rumore effimero, attenuato, che svanisce ma lascia traccia. Si dice non sia solo frutto di una suggestione, ma dell’aria intrappolata nell’accumulo dei fiocchi che crea spazi vuoti capaci di assorbire rumori e vibrazioni.

Il bosco, solo apparentemente addormentato, si rivela difensore dei suoi abitanti. Non tutti si sono abbandonati al riposo del letargo, come testimoniano quelle impronte, nitide e recenti. La vita prosegue anche durante il grande freddo. 

Il sole sta calando quando scopriamo in lontananza il rifugio, dove, riscaldati dal fuoco del camino, rinforzeremo vecchi legami e daremo vita a nuove amicizie. L’allegra condivisione di una tazza calda riscalda l’anima e il corpo.

Al rientro, la luce è cambiata. Fantastico su quanto possa essere emozionante camminare con le ciaspole sotto la luna piena, che mi accompagna e mi scorta lungo il cammino. Custodisco il senso di rispettosa libertà. Risuona nel vento freddo la promessa di una prossima, straordinaria avventura.

QUALCHE UTILE CONSIGLIO

Per godere delle meraviglie della montagna dobbiamo essere consapevoli della sua forza e del suo primato. Dobbiamo avvicinarla con rispetto, senza improvvisazioni. Muoversi nell’ambiente innevato richiede esperienza. E’ importante avvicinarsi alla camminata con le ciaspole con l’aiuto di professionisti, in grado, oltre di dare consigli sulla tecnica, di aiutarti ad apprezzare appieno questa esperienza.

Indossiamo scarponi impermeabili alti, che coprono e proteggono le caviglie. Abbigliamento caldo e traspirante, possibilmente a strati. Durante il giorno, non dimentichiamo mai di indossare il cappello e soprattutto gli occhiali! La luce del sole e il riverbero della neve possono essere fastidiosi, se non dannosi.

Grazie Francesca e Diego per le foto!!!

Grazie anche a Gerardo, per la foto di copertina: È il ricordo di una giornata trascorsa nella tranquillità e pace della montagna, lontano dalla frenesia della città. Una bellissima ciaspolata nei boschi di Moena, calpestando neve fresca e respirando aria pulita, è stato fantastico perdersi e ritrovarsi nella natura. Non vedo l’ora di tornarci.”