Sabato pomeriggio vien voglia di ballare3 minuti di lettura

Erano circa le 15.30 e con passo lento uscivo dal vialetto per raggiungere l’isoletta ecologica a pochi metri da casa. Davanti a quella che ormai molti anni fa era la stazione dei carabinieri di Moena, c’è una panchina. Ho sempre pensato che fosse lì per dare ristoro ai fiatoni della salita, che poi tanto salita non è. In realtà capita spesso che ci si fermi lì per un saluto, quattro chiacchiere veloci, per osservare un po’ chi viene e chi va. In questo periodo questa panchetta dev’essersi sentita un po’ sola.

Torniamo alle 15.30 di sabato pomeriggio. Mi accorgo che c’è qualcuno lì seduto!

– Ciao Annalisa! Come stai?! Cosa ci fai quì? –

In realtà Annalisa vive due case più in là, e così mi rendo conto di quanto siano cambiati i confini nelle nostre menti.

– Ciao! Tutto bene, grazie! Sono quì perché tra poco inizia la musica, mi fa compagnia! –

Rifletto qualche istante, il tempo di ricordare che è sabato, sono le 15.30, Annalisa parla di musica… ma certo! Come ho fatto a non capire subito?!

C’è una casa dietro la piazzetta, con un colore acceso e vivace. All’ultimo piano, una terrazza dal gusto un po’ liberty: solo se lo sai, vedi che c’è una cassa e la figura di un omone che si muove a ritmo. Si chiama Dario, dj Poldo il nome d’arte: canta per passione, e da quando è iniziato questo nuovo modo di vivere, ogni sabato alle ore 16 inizia il suo concerto.

Un momento atteso.

Niente di organizzato, nessuna pubblicità. Eppure al secondo appuntamento già pensavamo che

– oggi è sabato, pomeriggio si balla! –

e quando si sentivano le prime note non serviva guardare l’orologio per sapere che ora fosse. Forse ce lo aspettavamo, forse ne avevamo bisogno. Perché quelle due ore di intrattenimento ci fanno sentire più vicini, ci rendono allegri, ci mettono di buon umore!

Chi dal balcone, chi in giardino, chi sulla panchina in cima alla salita.

La natura trasporta le note.

Quello stesso pomeriggio mi chiama la signora Claudia. Abita in un altro rione di Moena, quello di Ciajeole. Lo conosci? Un giorno ti racconteremo la storia dei rioni della Fata delle Dolomiti. Comunque Ciajeole è il nucleo più antico della borgata, con fienili, case e cortili da cartolina. Un saluto veloce e poi mi chiede:

– La senti anche tu questa musica? –

Sarà il silenzio delle strade, sarà il nostro ascoltare più attento, la voce di Dario vola trasportata dal vento e raggiunge case lontane.

Decido di chiamarlo, lui racconta così questa esperienza:

Ho iniziato a cantare dalla terrazza perché ne sentivo il bisogno. Mi mancava passeggiare liberamente, mi mancava incontrare gli amici, ma soprattutto mi mancava usare la mia voce per dare sfogo ai miei pensieri. Ho iniziato da subito a ricevere messaggi di persone che mi chiedevano di eseguire delle dediche, o la loro canzone preferita: sia chi nel vicinato mi sentiva dal vivo, sia i conoscenti che avevano saputo di queste mie particolari esibizioni. In quel momento ho capito quanto avessimo tutti bisogno di sentirci più vicini. Mi sono anche preoccupato, per un attimo: non volevo che questo evento pomeridiano potesse diventare un invito ad infrangere gli obblighi legati a questo periodo. Mi sono tranquillizzato quando ho capito che erano tutti molto responsabili e mi seguivano nel rispetto delle regole. Sono felice di avere la possibilità di regalare momenti felici e spensierati alle persone, questo è il vero dono della musica

La scaletta? La scelgo al momento e canto liberamente, mi diverto!”

Domani è il primo maggio e Dario ci farà compagnia con un altro suo concerto, quindi doppio appuntamento per questa settimana!

Grazie di cuore da parte di tutti noi. E quando tutto sarà finito, sappi che noi e tutti i lettori di questo blog avremo tanta voglia di sentirti ancora!

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