Mele, uvetta e tanto amore
Quando ero piccola, andavo sempre a cercare quel lembo di pasta che rimaneva nascosto all’interno delle mele, morbido e un po’ bianchino, meno cotto e croccante dell’esterno. Gustare le estremità era un rito riservato solo a me, a volte a me e al nonno.
Ognuno di noi ha certamente una storia da associare a questo tipico dolce, che con la sua semplicità conquista grandi e piccini. In estate e in inverno, a merenda o come dessert, è sempre il momento giusto per affondare la forchetta e sentirne i suoi profumi.
L’originale custode della preziosa farcitura è la delicata, tutt’altro che semplice, pasta matta. Secondo un’antica legenda, andrebbe tirata abbastanza fine da consentire di leggervi una lettera d’amore in trasparenza. Tra le diverse versioni di questo dolce, lo si può trovare anche con la pasta sfoglia o con la frolla.
Mele, uvetta e pinoli. Le mele amiche dello strudel sono le Renetta Canada, asciutte e un po’ farinose, o le Golden Delicious, più acidine e croccanti. Io le utilizzo entrambe: affetto finemente le Renetta con l’affetta-verdure, mentre taglio a pezzettini più grandi la Golden. Durante la cottura, la prima si ammorbidisce quasi a diventare una crema, mentre i cubetti rimangono più consistenti. Acceso il dibattito riguardo la cottura delle mele, prima di riempire la pasta. La ricetta originale vorrebbe le mele crude, bagnate con un po’ di succo di limone, zucchero e… cannella a volontà!
Una volta ho assaggiato uno strudel con dell’uvetta artigianale: chicchi d’uva dolce lasciati prima a seccare, per poi macerare qualche ora nel vino passito. Una scoperta sorprendente che non sono ancora riuscita a replicare.
I pinoli sono l’ingrediente più discusso di questo dolce: chi lamenta di non trovarne mai abbastanza, chi lo preferisce senza. A volte vengono sostituiti dalle noci. Adoro la versione con le nocciole: nei dintorni di Moena si possono incontrare ricchi fusti di noccioli, con frutti dal sapore intenso e dal profumo deciso. Tagliate grossolanamente e inserite nel ripieno di mele, donano allo strudel una nota fine ed elegante, dal sapore dolce e burroso.
E poi, via libera alla creatività. In un antico maso della Val di Fassa, si aggiunge un velo di marmellata. Accompagnato da un vanitoso ciuffetto di panna montata o dalla classica pallina di gelato o crema alla vaniglia. L’hai mai provato in abbinamento con il gelato al fieno? Si trovano poi versioni salate, con il nostro caro Puzzone di Moena.
Sul web si trovano tantissime ricette dello strudel, dalle più tradizionali a quelle innovative. Hai voglia di raccontarci il tuo strudel preferito o di condividere con noi la tua ricetta?
Buon Strudel a tutti!!!