Una valigia incantata3 minuti di lettura

pianoforte

Vorremmo poterti dire – prepara la valigia e raggiungici! –

Non si può, non ancora. Tante le notizie che si susseguono questi giorni, tra speranze e previsioni. Nulla è ancora certo, se non la voglia di vedere sorrisi e bastoncini da montagna.

E allora, siccome sognare fa bene all’anima, oggi facciamo la valigia. Una valigia strana e pazzerella, come ogni sogno dovrebbe essere!

Inizierei con… un raggio di sole. Quel sole che ti scotta il naso senza che tu te ne accorga, quello che appena gioca a nascondino con una nuvola ti viene voglia di metterti il giacchino. Quello che vedi da vicino, che quasi ti sembra di toccarlo, là tra i rami di pino. L’amico delle marmotte, che vanitoso si specchia nell’acqua regalandole i riflessi di un diamante. Siccome in montagna è giusto essere preparati, metto in valigia anche la crema solare: la vorrei in un piccolo vasetto color nocciola, con la scritta bianca. Quando lo apro, sento profumo di fieno, di miele e di margherite.

Poi vorrei un libro. Dalla prima pagina esce una morbida coperta a scacchi rossi e blu, che posso adagiare sull’erba per mettermi comodo. La carta è setosa, un po’ consumata, ricca di piccoli disegni e grandi letterine. Raccontano di una coccinella curiosa, che improvvisamente si stacca dalle pagine e con un veloce battito d’ali si posa sul quadrifoglio smeraldo vicino alla mia mano.

Metto a fuoco, scatto. Una famosa canzone di molti anni fa, no  so se la ricordi, ripeteva insistentemente nel finale che ogni fotografia racconta una storia. Ma la storia più intrigante è quella, segreta e sconosciuta, che vivi tu stesso mentre scatti quella foto. Un’immagine che racchiude mille parole. Questa macchina speciale, nell’angolo sinistro della valigia, cattura le emozioni. Non è un registratore della realtà, ma uno scrigno che racchiude i colori delle montagne, i suoni degli animali, il profumo dell’erba, la luce dorata dei fiori.

Non smettiamo di sognare!

Anche se ci sentiamo sospesi tra cielo a terra, anche se non sappiamo quando e come, non smettiamo di pensare a quell’istante in cui tutto sembrerà così lontano che non ci farà più paura. Oggi vorremmo salutarvi con le parole di Ezio Bosso, che oltre ad essere un compositore, pianista e direttore d’orchestra di fama internazionale, possiede anche un altro raro talento: quello della scrittura.

“ … Conosco la paura di quei domani lontani 
Che sembra il binocolo non basti 

Ma questi giorni sono quelli per ricordare 
Le cose belle fatte 
Le fortune vissute 
I sorrisi scambiati che valgono baci e abbracci 

Questi sono i giorni per ricordare 
Per correggere e giocare 
Si, giocare a immaginare domani 

Perché il domani quello col sole vero arriva 
E dovremo immaginarlo migliore 
Per costruirlo 

Perché domani non dovremo ricostruire 
Ma costruire e costruendo sognare 

Perché rinascere vuole dire costruire 
Insieme uno per uno 

Adesso però state a casa pensando a domani 

E costruire è bellissimo 
Il gioco più bello 
Cominciamo…”

 

 

 

 

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